Sotto il segno di Valéry

Pagina in costruzione…

Una nuova casa editrice è nata in Sicilia, a Catania, con il nome De Martinis & C. per pubblicare autori dell’area mediterranea. Nelle intenzioni dell’editore, tuttavia, questo non vorrebbe essere solo un dato geografico. La scommessa è che vi sia, in quel particolare bacino su cui si affacciano tre continenti, sulle sue coste che hanno ospitato grandi civiltà solari, pur nelle differenze, un comune sentire. Scriveva Valéry: “Noi possediamo, in qualche modo, una misura di tutte le cose e di noi stessi. Il detto di Protagora, che l’uomo è misura delle cose, è detto caratteristico, essenzialmente mediterraneo”. La citazione è tratta dalle Inspirations méditerranéennes, che il nuovo editore ha scelto di pubblicare in una gradevole edizione fuori commercio per dare una specie di “manifesto” alla futura produzione. Tra i primi libri vi è il romanzo di un autore egiziano, Sonallah Ibrahim La commissione, un romanzo epistolare di un Montenegrino, Borislav Pekic, dal titolo Come placare il vampiro che narra le riflessioni di un ex colonnello delle Ss in visita a Dubrovnik dove tornano i ricordi di più di vent’anni prima. Ma non manca anche la saggistica con un piccolo classico poco conosciuto di filosofia politica come La filosofia dell’autorità di Giuseppe Rensi e il Saggio di un discorso corrente sui rapporti tra Dio e il mondo di Julien Benda. Curatore della parte saggistica è il filosofo Manlio Sgalambro. Sono previsti circa dodici titoli l’anno, senza una divisione in collane. Le copertine, eleganti, hanno soluzioni grafiche differenti con una sola nota distintiva: un sottile filo che corre sul margine inferiore del libro. Un richiamo al mare all’orizzonte e, ancora con Valéry, “a quella presenza di una natura eternamente primitiva, intatta, inalterabile dell’uomo, incessantemente e visibilmente sottomessa alle forze dell’universo”.


Renata Moné, Sotto il segno di Valéry in “la Repubblica”, 4 giugno 1993 – Collegamento esterno

Precedente Prefazione a “Trigonometria di ragni” Successivo La «Famiglia sfuggita» e il filosofo Sgalambro